Il nostro progetto: arcieri militari medievali

 

Rivivere la storia per noi vuole dire affrontare e risolvere molti problemi: conoscere la storia prima di tutto e quindi non smettere mai di studiarla e approfondirla. Ma vuol dire anche recuperare i materiali, gli attrezzi e gli oggetti che sono necessari, così come lo erano ottocento e passa anni fa. Fra di noi parliamo di punte di freccia, legni e corde per archi, di giachi, di spade, di tende, armature, calzari, pugnali, brocchieri, castelli etc. Chi ci ascolta può anche prenderci per pazzi; ma se ci ascolta solo cinque minuti di più, spessissimo viene coinvolto e si appassiona. Nei nostri appuntamenti vogliamo realizzare momenti di storia reale, curati nei particolari e che di sicuro ci appassioneranno e ci coinvolgeranno sempre più. Che trasmetteranno al pubblico la nostra passione (e conoscenza) per il Medioevo. Il nostro gruppo non sarà composto solo da arcieri. Ci saranno tutti quelli che verranno affascinati da quello che realizziamo e ne vorranno esserne partecipi. Ricordiamoci che tutto quello che noi facciamo è, per noi, normale mentre per gli altri è impensabile. I nostri arcieri useranno anche spade, asce e picche; arco spada e scudo fanno parte della storia, sono storicamente normali, erano quindi oggetti usati anche dagli arcieri.

Come veniva usato l’arco nel Medioevo? Chi erano e quali caratteristiche possedevano gli arcieri medievali? Come riproporre oggi questa figura storica, una delle tante, così caratteristica del Medioevo italiano ed europeo?

Uso dell’arco nel Medioevo

Possiamo affermare che l’uso principale dell’arco nel Medioevo era l’utilizzo bellico; in secondo piano l’utilizzo venatorio; infine quello ludico, per gare e giochi. Alla base di tutto ciò l’addestramento al tiro praticato sia in luoghi militari (castelli, rocche, presidi) che in aree apposite allestite e gestite dalle autorità militari dei Comuni, delle Signorie o del feudo. Sappiamo anche che gli arcieri (spesso in battaglia, da noi, insieme ai balestrieri) provenivano dalle classi contadine o artigiane, non dalla nobiltà, che erano, (soprattutto gli arcieri) per nulla o solo leggermente corazzati, sia per motivi di disponibilità economica, sia perché l’atto della scoccata presuppone grande mobilità degli arti superiori che mal si concilia con pesanti ed ingombranti protezioni metalliche. Infine le abilità che l’arciere militare doveva avere erano quelle legate alle necessità belliche che sono così riassumibili: potenza, velocità, precisione (di tiro) e mobilità. Abilità tutte necessarie, nessuna esclusa, abilità che venivano governate dai comandanti, altra figura chiave dell’arcieria militare medievale.
In battaglia, nelle attività belliche di assedio e difesa delle mura, le abilità indicate dovevano essere impiegate con la giusta tattica ed elasticità per essere efficaci e consentire di affrontare ogni imprevisto ed ogni emergenza bellica.
Gli esempi che la storia ci ha lasciato, relativamente alle tattiche belliche degli arcieri militari, provengono soprattutto dall’Inghilterra e dalla Francia (da Hastings alla Guerra dei Cent’anni, cioè 400 anni di storia militare) ma anche nel nostro paese abbiamo numerose testimonianze, pur nella grande varietà di situazioni (assedi, battaglie campali, battaglie navali, scorrerie e saccheggi) e di diverse tipologie di archi (e balestre).

L’arciere militare oggi

Far rivivere oggi questa figura, l’arciere militare, significa perciò partire dalle caratteristiche indicate sopra, addestrando gli arcieri sia al tiro collettivo, sincrono e a comando, sia al movimento sul campo di battaglia. Lo scopo è acquisire il controllo assoluto dell’arma. Non bastano quindi le abilità legate al tiro al bersaglio (la gara), non sono nemmeno sufficienti quelle legate al tiro a comando; occorre la capacità di adattamento alle diverse situazioni tattiche che anche oggi si ripropongono nelle ricostruzioni storiche (assedi, difese e attacchi, sia in spazi aperti che in aree più ristrette) e la perfetta integrazione ed intesa tra chi comanda gli arcieri e gli arcieri stessi e tra i diversi livelli di comando che vengono definiti quando si rievoca un evento bellico. E’ poi necessaria la massima cura nell’abbigliamento, negli accessori e nelle armi per rendere credibile (e sicura, per i rievocatori ma anche e soprattutto per il pubblico spesso numerosissimo) la manifestazione, per farla divenire un evento culturale, ricco di insegnamenti e stimoli di riflessione per chi vi assiste. Quindi uniformità nell’abbigliamento legato al periodo storico di riferimento, (nel nostro caso XII e XIII secolo) archi rigorosamente in legno o in materiali naturali, frecce storiche protette in modo sicuro, modalità di tiro sicure per chi “riceve” le scariche di frecce (e quindi protezioni, elmi, scudi e mantelletti).

L’uomo medievale

L’arciere, come figura storica, va interpretata e capita pensando e riproponendo l’uomo (e la donna) medievale. L’accampamento militare, con la sua vita, i suoi tempi, i suoi oggetti, i suoi giochi, il cibo ed il riposo, divengono un luogo concreto che è integrato all’evento bellico ed al tiro. Le figure che lo animano, non solo arcieri quindi, devono essere credibili come figure storiche medievali e divengono parte dell’evento pubblico; qui c’è spazio per tutti coloro che amano la storia e desiderano riviverla nella vita quotidiana con passione, entusiasmo e creatività, riscoprendo momenti ed atmosfere antiche, i suoni, i sapori e le voci del passato.

Studio, ricerca, sperimentazione e comunicazione

La ricerca e la sperimentazione divengono fattori chiave per chi si vuol mettere seriamente su questo terreno; ricerca storica sui testi e sugli studi, sempre più numerosi e interessanti, sperimentazione sul campo di tiro e sul campo di battaglia. Capacità di elaborare e di trasmettere la conoscenza acquisita, all’interno del gruppo di arcieri, e all’esterno verso il pubblico che assiste alle rievocazioni. Usare bene un arco in legno non è cosa semplice; tutta l’attrezzatura va ben scelta ed amorevolmente trattata affinché sia sempre pronta all’uso ed affidabile. Sono cose che si imparano col tempo, con la pratica e con la riflessione. E’ affascinante e estremamente formativo riappropriarsi concretamente di conoscenze che un tempo erano diffuse e che oggi dobbiamo faticosamente ri-acquisire. L’arciere militare non nasce con un corso di tiro, seppur ben fatto, ma dopo anni di attività e di impegno insieme ad altri arcieri che condividono la stessa passione e lo stesso spirito di ricerca. La via è lunga ma ricca di soddisfazioni, l’attività su se stessi ed insieme agli altri è piena di stimoli e densa di risultati; ed una piacevole ricompensa sono gli apprezzamenti che si ricevono dal pubblico e dagli organizzatori delle manifestazioni di rievocazione storica.

Arcieri e balestrieri nell’Itala del XII e XIII secolo

In Italia vi era la presenza di entrambe le tipologie d'arco: quello composito, arabo o bizantino, nell'Italia del sud e nelle terre che si affacciano sull' Adriatico, mentre nelle altre zone prevaleva l'arco ligneo di un solo pezzo. Predominante era la presenza della balestra, utilizzata (e sviluppata nell'uso e nel perfezionamento costruttivo) molto più dell'arco. I motivi sono diversi; i principali sono la mancanza di un esercito nazionale, di una tradizione e di una promozione dell'uso dell'arma da parte dei governanti e infine la predominanza delle guerre d'assedio (dove la balestra è molto più utilizzabile) sulle battaglie campali. Spesso le due armi combattevano insieme e i reparti di tiratori erano composti sia da arcieri che da balestrieri. Ma erano questi ultimi a prevalere numericamente

L'arciere rappresenta una delle figure chiave del Medioevo. Ebbe diverso sviluppo e diversa importanza nei vari paesi. Figura chiave in Inghilterra (lì nascono le ballate di Robin Hood) e negli eserciti inglesi fino alla Guerra delle Due Rose, protagonista delle crociate (gli arcieri saraceni), sempre presente, spesso con o contro i balestrieri sui campi di battaglia e negli assedi, all'attacco o a difesa delle mura. In Italia, le milizie comunali, Venezia, le Repubbliche marinare, gli eserciti imperiali che cercano invano di sottomettere i comuni ribelli, schierano l'artiglieria leggera medievale, in grado di colpire da lontano, disprezzata (ma temuta) dai cavalieri che amavano guardare il nemico negli occhi.
L'armamento dell'arciere medievale è poco costoso, essenziale; questo armato fu però in grado di cambiare l'esito delle battaglie o degli assedi, quando era ben addestrato e dotato di un arco potente (cose difficili da realizzare), e fu ben utilizzato.

La Compagnia Bianca vuole portare in campo, oggi, l’arciere (e il balestriere)  militare italiano che operava nei due secoli che videro la nascita e lo sviluppo delle Repubbliche Marinare, dei Comuni e delle prime Signorie. Fanteria quindi, leggermente armata e specializzata a colpire a distanza. Sia in terreno aperto che a difesa (o attacco) a castelli e rocche. Le armi, l’abbigliamento e tutta l’attrezzatura della Compagnia farà riferimento a questo periodo storico, così ricco di luoghi, grandi opere, personaggi e avvenimenti.

Sir John Hawkwood, ovvero Giovanni Acuto,
condottiere e comandante della Compagnia Bianca

 

 

 

 

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